Delib.G.R. Abruzzo 9 agosto 2012, n. 537
Delib.G.R. Abruzzo 9 agosto 2012, n. 537 (1).
Reg. (CE) n. 1698/2005 – Programma di Sviluppo Rurale Abruzzo 2007/2013 – Asse 4 (Approccio Leader). Approvazione PSL rimodulato Area Leader “L’Aquila 2” – GAL Abruzzo Italico Alto Sangro.
(1) Pubblicata nel B.U. Abruzzo 28 settembre 2012, n. 70 speciale.
LA GIUNTA REGIONALE
Visto il Reg. (CE) n. 1698/05 del Consiglio e s.m. e i., sul sostegno allo sviluppo rurale da parte del Fondo Europeo Agricolo per lo Sviluppo Rurale (FEASR), con particolare riferimento agli articoli da 61 a 64;
Visto il Reg. (CE) n. 1974/06 della Commissione e s.m. e i., recante disposizioni di applicazione del Reg. (CE) n. 1689/05 del Consiglio sul sostegno allo sviluppo rurale da parte del Fondo Europeo Agricolo per lo Sviluppo Rurale (FEASR);
Vista la propria Deliberazione n. 253 del 26 marzo 2008 con la quale si è approvato il Programma di Sviluppo Rurale 2007/2013 Abruzzo (PSR), approvato dalla Commissione Europea con Decisione C(2008)701 del 15 novembre 2008;
Vista la propria Deliberazione n. 787 del 21 dicembre 2009, con la quale si prende atto della Decisione della Commissione Europea C(2009)1034 del 17 dicembre 2009 che approva la revisione del PSR di cui al punto precedente;
Visto il PSR 2007/2013 Abruzzo che, all’Asse 4, prevede la procedura per l’attivazione dell’approccio Leader;
Viste
– le proprie Deliberazioni n. 36 del 1° febbraio 2010, relativa all’approvazione del bando pubblico per la selezione dei GAL e dei PSL pubblicato sul BURA n. 8 Ordinario del 10 febbraio 2010, e n. 261 del 06/04/2010, con la quale sono state approvate alcune specificazioni al bando di cui sopra ed è stato prorogato il termine per la presentazione delle domande, in attuazione dell’ASSE 4;
Considerato che il suddetto bando, al punto 2 “Territori eleggibili” individua le seguenti n. 5 Aree Leader:
– L’Aquila 1;
– L’Aquila 2;
– Provincia di Chieti;
– Provincia di Teramo;
– Provincia di Pescara;
Considerato che con Delib.G.R. n. 5 del 10 gennaio 2011 veniva approvato, in via provvisoria, per l’Area Leader “L’Aquila 2” il PSL agli atti della Direzione Regionale di competenza presentato dal GAL “Abruzzo Italico Alto Sangro” con sede in Via Valle Arcione n. 2 – 67027 Raiano (AQ);
Considerato altresì che con Determinazione Direttoriale DH/107 del 24 giugno 2011 veniva approvato il PSL presentato dal GAL “Abruzzo Italico Alto Sangro” che prevede spesa pubblica complessiva pari ad euro 6.206.608,00;
Considerato che:
– visti i risultati positivi conseguiti nella precedente programmazione del Leader+;
– visto il buon livello di collaborazione riscontrato con i GAL nella fase di start-up dei PSL selezionati;
– vista, altresì, la necessità di ottimizzare l’utilizzo delle risorse disponibili e migliorare nel contempo il livello qualitativo degli interventi da realizzare con l’Approccio Leader, anche nell’ambito di alcune misure degli Assi 1, 2 e, quasi per intero, dell’Asse 3;
si è ritenuto, da parte della Direzione Politiche Agricole, di incrementare la disponibilità finanziaria assegnata all’Azione Leader da euro 21.467.159,00 (spesa pubblica prevista nel PSR 2007/2013) a euro 43.191.554,49, pari all’importo complessivo dei PSL presentati. Il predetto incremento restava, ovviamente, subordinato alla rimodulazione del PSR e alla sua approvazione da parte della Commissione Europea;
Considerato che in sede di esame annuale la Commissione Europea ha espresso forte preoccupazione riguardo ai ritardi di approvazione dei PSL e ha invitato l’ADG a riconsiderare l’opportunità di implementare le risorse dell’Asse 4 stante la fase di operatività dei GAL e il potenziale rischio di insufficienti livelli di spesa che potrebbero portare ad un prevedibile disimpegno di fondi;
Considerato che la predetta proposta di rimodulazione del PSR che incrementava a euro 43.191.554,49 la disponibilità finanziaria dei PSL è stata portata al vaglio del comitato di sorveglianza del 21 dicembre 2011, e che, constatata l’assenza in tale riunione del componente la Commissione Europea, si è reso necessario inoltrare la rimodulazione alla Commissione la quale ha riconfermato la perplessità circa l’eccessiva dotazione finanziaria da assegnare ai GAL;
Considerato che con nota prot. 416/Segr. del 2 maggio 2012 il Componente la Giunta Regionale, valutate anche le perplessità espresse dalla CE, ha precisato che la somma a disposizione dei GAL Abruzzesi è da considerarsi quella riportata nel Piano finanziario del PSR, ossia euro 21.467.159,00 anziché la somma di euro 43.191.554,49, come richiesto dai PSL Abruzzesi;
Richiamata la nota n. RA 105361 del 8 maggio 2012 con la quale l’Autorità di Gestione ha inoltrato formalmente ai GAL il documento di budget calcolato secondo i criteri di assegnazione dei fondi di cui alla Delib.G.R. 36 del 1° febbraio 2010;
Vista la Determinazione Direttoriale DH/104 del 26 giugno 2012 con la quale si approvava il Piano Finanziario trasmesso dall’ADG ai GAL con nota n° RA 105361 del 8 maggio 2012 coerente con il PSR vigente per un importo pari a euro 21.467.159,00 di spesa pubblica, e si chiedeva a ciascun GAL di presentare un nuovo PSL coerente con le indicazioni dell’ADG nella ripartizione di dettaglio delle singole Misure al fine di non condizionare né limitare i Piani degli altri GAL;
Vista la Determinazione Direttoriale DH/109 del 6 luglio 2012 con la quale si approvava il PSL presentato dal GAL “Abruzzo Italico Alto Sangro” limitatamente alla parte riguardante la Misura 431 per un importo di spesa pubblica pari ad euro 567.306,79;
Richiamata la Determinazione dell’Autorità di Gestione DH/122 del 8 agosto 2012 avente ad oggetto “Adeguamento PSL alla dotazione finanziaria totale in coerenza con il PSR vigente”;
Visto il PSL rimodulato dal GAL “Abruzzo Italico Alto Sangro” acquisito al protocollo della Direzione Politiche Agricole in data 8 agosto 2012 al n. 184202 la cui congruità è stata valutata dall’Ufficio Sviluppo Locale sulla scorta della constatazione che nella Sottomisura 413 (sostegno della qualità della vita e della diversificazione dell’economia rurale) non risulta inserita la Misura 311 in quanto già attivata, per l’intero territorio, dal Servizio Interventi Strutturali;
Ritenuto di poter approvare in via definitiva il PSL rimodulato presentato dal GAL “Abruzzo Italico Alto Sangro”, e pertanto di annullare la precedente approvazione provvisoria disposta con Delib.G.R. n. 5/2011, e conseguentemente la Determinazione Direttoriale DH/107 del 24 giugno 2011;
Dato atto che il Direttore Regionale, stante l’assenza del Dirigente del Servizio “Credito di Sviluppo Locale, Diversificazione e Ricerca”, attesta la regolarità tecnica e la legittimità del presente provvedimento;
Vista la L.R. 77/99;
A voti unanimi espressi nelle forme di legge
Delibera
[Testo della deliberazione]
per le motivazioni espresse in narrativa, che si intendono qui integralmente richiamate:
1. di annullare la Delib.G.R. 10 gennaio 2011, n. 5;
2. di annullare la Det. reg. 24 giugno 2011, n. DH/107;
3. di annullare ogni ulteriore pregressa disposizione non coerente con il disposto di cui alla presente Deliberazione;
4. di approvare per L’Area Leader “L’Aquila 2”, il PSL presentato in data 8 agosto 2012 dal GAL “Abruzzo Italico Alto Sangro” con sede in Via Valle Arcione n. 2 – 67027 Raiano (AQ) agli atti della Direzione Politiche Agricole e di Sviluppo Rurale, Forestale, Caccia e Pesca, Emigrazione, Servizio Credito di Sviluppo Locale, Diversificazione e Ricerca per un importo di spesa pubblica di euro 3.296.575,53;
5. di incaricare il Servizio “Credito di Sviluppo Locale, Diversificazione e Ricerca” della “Direzione Politiche Agricole e di Sviluppo Rurale, Forestale, Caccia e Pesca, Emigrazione” di comunicare il presente provvedimento al GAL “Abruzzo Italico Alto Sangro”;
6. di pubblicare il presente provvedimento sul BURA.
Allegato
G.A.L. Abruzzo Italico Alto Sangro – P.S.L. 2010-2013 – “Nuovi percorsi di sviluppo rurale e turismo sostenibile”
Versione AL 01.08.2012
(omissis)
SETTORE AMBIENTE
Per le aree rurali, soprattutto per aree rurali che vedono 42 comuni su 43 dell’area GAL all’interno di aree protette – Parchi Nazionali, Parchi Regionali, Riserve, aree SIC e ZPS, la salvaguardia dell’ambiente e il suo equilibrio, è una condizione necessaria ed imprescindibile. Lo sviluppo del turismo nelle aree rurali è allora connesso esclusivamente al concetto di “Turismo Sostenibile”, con il quale si intende una fruizione del territorio rurale basata strettamente sulle risorse ambientali e socioculturali, senza che venga pregiudicata la loro capacità di rigenerarsi e senza che vi siano danni permanenti, che portino pregiudizio inevitabile alla qualità della vita futura.
Compatibilità socioculturale e compatibilità economica sono un binomio nodale. Le tradizioni e l’identità socioculturale di un’area rurale, devono essere valorizzate limitando, diversamente, quelle attività che comportano l’impoverimento delle identità locali e che provocano effetti di banalizzazione. Occorre sviluppare forme di turismo adatte alla struttura fisica e sociale di un’area rurale. Questo vuol dire, di per sé, fare politica del territorio, lavorando con gli altri settori economici che hanno un’incidenza nel governo del territorio, nella tutela ambientale, nella composizione del tessuto economico, nell’offerta culturale, ricettiva e nel commercio.
Occorre considerare l’agricoltura, l’artigianato, la forestazione e la gestione dei boschi come attività “articolate e ricche”, il cui valore non è più fondato unicamente sulla sua capacità di produrre prodotti (alimentari e non), ma nella sua capacità di fornire servizi diversi, in un nuovo comparto produttivo ampliato alla multifunzionalità di aziende agricole, artigiane, boschive e della forestazione, nel rispetto delle esigenze dell’ambiente e quindi attraverso un turismo rurale sostenibile garantire la manutenzione dell’ambiente e del paesaggio.
Il nuovo scenario entro cui la politica delle aree protetta deve muoversi, è definito dalle politiche dello sviluppo locale sostenibile, il cui concetto implica la conservazione delle risorse, ma non ne impedisce la fruizione: proprio attraverso la gestione della fruizione si aumenta la capacità attrattiva, la tutela e la salvaguardia delle aree attraverso una gestione ed un controllo dei flussi turistici, conferendo plus di competitività al turismo e alle produzioni con esse connesse e a vantaggio dello sviluppo d’area.
L’obiettivo è il consolidamento dell’interesse verso il patrimonio naturale e culturale per valorizzarlo ed accrescerlo. Ciò è possibile se, in futuro, si riuscirà a rendere ancor più efficace l’integrazione delle aree protette con il tessuto economico del territorio che le ospita e le guarda come plus di competitività da salvaguardare per uno sviluppo della collettività.
La costruzione di una cultura naturalistica con la percezione del proprio territorio, in termini di risorse ambientali e culturali, è alla base e condizione indispensabile di un vero sviluppo.
Le attività didattiche.
La didattica in natura o nelle fattorie didattiche che operano in un’area come quella del GAL, sono attività fondamentali, risorsa locali che diventa elemento di sviluppo in un complesso sistema di interessi storicamente contrapposti fra produzione ed ambiente o isolati fra singoli comparti produttivi.
Hanno una durata variabile dalle semplici visite giornaliere, a brevi soggiorni di week end, a soggiorni per ragazzi, colonie e vacanze per adulti ed anziani che possono arrivare anche ad alcune settimane.
Si svolgono, normalmente nel periodo estivo, sebbene alcune organizzazioni, scuole ed associazioni organizzino questo tipo di attività anche negli altri mesi dell’anno.
Generalmente prevedono, accanto ad attività manuali, momenti di studio, dibattito ed approfondimento di argomenti strettamente legati al progetto, ricerca naturalistica, animazione per bambini, sensibilizzazione sui paesi del Sud del mondo.
La valorizzazione della natura attraverso lo sport: l’impatto ambientale degli sport outdoor.
Tutti gli sport, seppur in misura diversa, con l’aumentare del numero dei praticanti, tendono a trasformare la montagna in un contenitore multiuso, in un grande stadio che risponde a comuni impulsi di fuga e di ricreazione. Anche gli sport outdoor ricreativi possono inquinare, specie se praticati da molti e se praticati senza porsi il problema del loro impatto sull’ambiente (fauna, flora, usi e costumi locali).
L’impatto ambientale varia a seconda del tipo di sport outdoor praticato. Sia la ricerca di Agenda 21 che il saggio di Jan Lorch riportano un’attenta analisi dell’impatto per ogni sport.
Nel Convegno CIPRA, tenutosi a Briançon nel 1993, si fece riferimento a tre diverse strategie, eventualmente integrate fra di loro, per risolvere il problema dell’impatto ambientale degli sport outdoor: strategie di sensibilizzazione, accordi fra le parti interessate, strategie normative (regole e divieti).
L’impatto ambientale degli sport outdoor in montagna, se confrontato con quello del turismo di massa, soprattutto con riferimento alle infrastrutture sempre più mastodontiche che esso impone, risulta inferiore e risolvibile. Esso non va quindi demonizzato, secondo la prassi utilizzata, non a caso, dai fautori del turismo di massa. La maggior parte dei problemi di inquinamento da sport outdoor può trovare soluzione attraverso le strategie di sensibilizzazione. Ricordiamo, infatti, che il turista che pratica gli sport outdoor non è il turista di massa ma il turista responsabile, molto più consapevole del primo dei danni che può arrecare.
Un secondo problema che richiede un preventivo chiarimento con riferimento agli sport outdoor è quello relativo alla sicurezza. Gli sport outdoor, per loro natura, impongono l’assunzione di rischi, molto limitati in alcuni casi (escursionismo, sci di fondo, etc.), molto elevati in altri (alpinismo, parapendio, base-jump, ecc).
Questa caratteristica è insita nella loro natura e quindi non è eliminabile. Talvolta non è neppure riducibile senza “snaturare” lo sport in questione. Tutto ciò cozza contro una delle pretese, tanto grandi quanto assurde, della nostra società del benessere e del tutto facile: quella della sicurezza ad ogni costo. Non si è capito che l’ossessiva, talvolta isterica ricerca dei modi per eliminare ogni rischio nella pratica degli sport attraverso divieti e rigide normative, non solo porta a sterili risultati (anche perché sviluppa il piacere della “trasgressione”), ma soprattutto rappresenta un’ingiustificata limitazione della libertà personale che fa venir meno il significato stesso dell’esperienza sportiva.
Gli sport outdoor, come tutti gli sport, hanno due anime: quella agonistica e quella ludico-ricreativa.
Entrambe posso costituire un’indispensabile esperienza di vita ed interessare le sfere dello spirito. Si tratta però di due anime spesso in conflitto, nel senso che una tende a sopprimere l’altra. La pratica ludicoricreativa comporta, invece, un modo di vivere lo sport outdoor in sintonia con i ritmi lenti della natura e delle stagioni. La competizione, se c’è, è con se stessi. Si tratta quindi di un modo di vivere lo sport che riflette:
▪ Il desiderio di avventura, di scoperta, di esplorazione di nuove realtà ambientali e culturali.
▪ La voglia di fuga dal caos e dai ritmi cittadini.
Sarà quindi utile perseguire un programma di sviluppo degli sport outdoor nell’ambito di un modello di turismo consapevole occorre liberarsi preliminarmente da queste scelte sbagliate in tema di sicurezza.
Scelte che, nel lungo termine, non possono che far male sia al turismo e sia allo sport.
Gli sport outdoor propriamente detti.
I cosiddetti sport outdoor sono quelli all’aria aperta che non necessitano di impianti specifici e/o di specifici propulsori di vario genere. Incrociando lo studio effettuato da Agenda 21 su 31 – attività all’aria aperta e quello di Jan Lorch dal titolo “Sport nelle Alpi” (CIPRA, 1995), possono essere considerati sport outdoor praticabili in montagna i seguenti:
▪ Escursionismo 4 stagioni (passeggiate, trekking, racchette da neve)
▪ Orienteering
▪ Sport fluviali (canoa, kayak, rafting)
▪ Torrentismo* (canyoning)
▪ Sleddog
▪ Windsurf, vela, parasurf su laghi montani
▪ Mountain bike
▪ Ciclismo
▪ Arrampicata libera (free-climbing)
▪ Alpinismo classico
▪ Arrampicata su ghiaccio (cascate, ice-touling)
▪ Sci alpinismo e sci escursionismo
▪ Volo libero (deltaplano e parapendio)
▪ Base jumping
▪ Ippo escursionismo
▪ Speleologia
▪ Vie ferrate
▪ Sci di fondo
▪ Pattinaggio su laghi ghiacciati e campi naturali
SETTORE TURISMO, COMMERCIO E SERVIZI
I Flussi turistici nell’area del GAL e la consistenza della offerta di ospitalità nell’area L’Aquila 2, sono riportate nelle seguenti tab. 41 e 42. Le riflessioni che si possono fare in proposito riguardano:
Turismo Enogastronomico.
L’origine principale del cambiamento di comportamento del turista medio nei confronti del viaggio è rappresentato dall’instabilità economica che si propaga in Europa e che si riflette sui flussi turistici stranieri in Italia con una flessione pari al -1% per il 2005. A sostenerlo, è una recente ricerca sulle aspettative del turismo in Italia nel prossimo semestre, effettuata dal CISET e che comunque individua nei turismi di nicchia – tra cui il turismo eno-gastronomico e quello del territorio, la componente di espansione generale per il rilancio del mercato interno, anch’esso in affanno, secondo una percentuale negativa del -1,2%.
Il consenso che questo tipo di turismo ottiene in Italia, ma anche e soprattutto all’estero, lo conferma anche il dato di fatto che in televisione, al mattino, almeno una trasmissione è dedicata alla gastronomia e al benessere fisico su ogni canale. Nasce così l’esigenza dell’offerta eno-gastronomica, fatta di percorsi tematici legati al territorio e abbinando insieme più territori, di appuntamenti golosi e accattivanti, finalizzati a creare soddisfazione e a fidelizzare il cliente e quindi ad incrementare le vendite, avvicinandolo sempre più al prodotto attraverso la pubblicizzazione della sua preparazione.
La ristorazione fa dieci volte di più dei pernottamenti.
Rispetto al PIL, l’impatto del turismo è spesso sottostimato ed identificato solo con il numero di arrivi e pernottamenti. Il livello dell’indotto generato dai flussi di turismo eno-gastronomico, ad esempio, è molto più alto. Gli amministratori si sono resi conto che in questo settore si può crescere, se lo si pensa allargato a tutta la filiera del turismo e in maniera integrata con la filiera dei prodotti tipici. La molla che potrebbe favorire la crescita dell’economia locale é proprio la filosofia alla base dei Sistemi Turistici Locali.
Il turismo enogastronomico su WEB.
Secondo un’inchiesta di “Turismo Oggi” – il primo quotidiano dei professionisti delle vacanze e dei viaggi d’affari, realizzata dall’Osservatorio Permanente sul Web nelle principali chat e newsgroups generali e di settore, il turismo eno-gastronomico italiano ha trovato nel Web un importante canale di promozione e ora ne sta sfruttando tutte le sue enormi potenzialità. Tra i “vacanzieri” d’autunno scoppia la voglia di week-end enogastronomici trovati e organizzati direttamente sul Web. Un navigatore su tre ama, infatti, trascorrere il weekend in giro per il “Bel Paese” degustando vini e prodotti tipici rigorosamente “di casa” e il 60% di essi ha ottenuto le informazioni di cui aveva bisogno proprio sulla Rete.
Internet si rivela, quindi, il luogo ideale per reperire notizie relative a questo tipo di vacanza “mordi e fuggi”, aventi per tema preferibilmente il vino (72%), le sagre (44%), i formaggi (31%), i funghi (27%) e le degustazione (17%).
Turismo e foreste.
L’industria del Turismo è in netta crescita e certamente genera guadagni e benefici per le popolazioni nei luoghi di destinazione, ma anche impatti negativi su tre aspetti interconnessi: l’ambiente naturale, gli aspetti socio-culturali e quelli legati all’economia e allo sviluppo. Lo stretto legame di dipendenza tra l’attività turistica e le risorse sulle quali questa vive (ambientali, culturali, umane) rende necessaria una riflessione sui modi di vivere e proporre il turismo nell’area del GAL.
I percorsi di turismo ambientale consentono di vivere da protagonisti il territorio attraverso itinerari nella natura, nella storia e nella cultura. Ma esplorare un territorio significa saperlo avvicinare nelle sue più intime strutture, lasciandosi guidare dall’esperienza delle sue genti, prestando attenzione alla storia quanto all’ecologia, assaporando il mutare delle stagioni cogliendo le suggestioni dei paesaggi, dei profumi, di specie mai viste, di luoghi da esplorare, selvaggi e accessibili al tempo stesso, facendo l’attenzione di un “ospite” per non disturbare chi li vive. In questo senso il turismo diviene consapevole, cioè ecologicamente sostenibile nel lungo periodo, economicamente conveniente, eticamente e socialmente equo nei riguardi delle comunità locali e delle risorse naturali ed ambientali in genere.
La conservazione della natura e della diversità biologica costituisce un prerequisito per un turismo ecologico;
Bisogna assicurare la fruibilità, sicura, per tutti, per chi lavora e per chi girovaga in vacanza: al tempo stesso va sempre assicurato il rispettato dell’integrità degli ecosistemi e degli habitat dove le attività si svolgono e nella realizzazione degli interventi che posano permetterne la pratica – esplorazione, didattica, sportiva, etc.
Le comunità locali debbono trarre beneficio dalla presenza turistica rafforzando l’economia locale, impiegando personale locale e, ovunque sia ecologicamente sostenibile, impiegando materiali locali prodotti agricoli locali e processi di produzione tradizionali;
Un turismo sostenibile deve migliorare la qualità della vita delle popolazioni ospiti.
Turismo e artigianato.
Molti i casi in cui, soprattutto nelle aree interne e nei piccoli centri montani, antichi mestieri e tradizioni sono andati a scomparire nel corso del tempo, per vari problemi legati agli aspetti demografici, alla difficoltà di tramandare nel tempo esperienze non proprio allineate con le tendenze di una cultura che solo oggi riscopre sempre più autenticità, genuinità, qualità, originalità e unicità, legando il tutto a specifici territori più o meno focalizzati.
Spesso si hanno dei punti di riferimento territoriali in corrispondenza di alcune parole chiave, ma raramente il consumatore medio conosce realmente i territori, i comprensori e le loro offerte caratterizzanti, sia per quanto riguarda il turismo, sia per quanto riguarda le produzioni tipiche locali.
Uno dei problemi che non ha favorito la continuazione di attività artigianali legate al territorio è dato dal fatto che spesso le produzioni artigianali hanno dovuto fare i conti con un calo demografico notevole che ha abbassato di molto la soglia di utili minimi per il sostentamento dell’artigiano e della sua famiglia.
Di conseguenza, nelle località che hanno subito calo demografico sono scomparsi molti dei mestieri e dei prodotti artigianali locali.
Il turismo per aumentare la domanda di artigianato locale.
Nelle località in cui il territorio ha sviluppato presenze turistiche, sono migliorate le performance economiche degli artigiani locali poiché:
• è aumentato il numero dei potenziali acquirenti che, anche se residenti per brevi periodi, possono acquistare manufatti e suppellettili, con una frequenza maggiore, data la loro alternanza sul territorio;
• è aumentata la qualità dell’artigianato che spesso è diventato artistico grazie alla competizione generata dalla concorrenza sul territorio dalle presenze di clienti/turisti potenziali;
• si sono valorizzati e promossi i mestieri esistenti e si sono riscoperti e recuperati altri mestieri della tradizione locale, completando una offerta di qualità che ha visto aggiungere, alla specializzazione, la declinazione dello stesso prodotto con personalizzazioni e stili diversi, nuovi prodotti di minor tradizione ma diventati improvvisamente anch’essi proponibili.
Il turismo ha spontaneamente o strategicamente contribuito alla valorizzazione e al recupero dei mestieri, trovando elemento di maggiore competitività proprio nei mestieri, come valore aggiunto nella propria offerta di destinazione turistica, ha a sua volta restituito al turismo i contenuti di vacanza, la competitività su target specifici, le presenze e il fatturato.
Turismo sportivo.
Negli ultimi due decenni sia lo sport sia il turismo sono stati oggetto di ricerche che hanno permesso di conoscere meglio questi fenomeni. Da queste ricerche, il turismo sportivo appare come un fenomeno di recente identificazione e promozione. In particolare, alcune federazioni sportive nazionali e internazionali nel campo dello sci, della canoa-kayak e della vela si sono interessate al fenomeno, ma l’Organizzazione Mondiale del Turismo (OMT) non lo ha ancora considerato in modo indipendente dagli altri fenomeni turistici. Nella classificazione dell’OMT il turismo sportivo si trova all’interno della categoria “tempo libero, relax, vacanza”. Ed è questa la classificazione recepita dalle varie organizzazioni nazionali che si interessano di turismo, ma non è certo con questa impostazione che è possibile chiarire e approfondire la conoscenza del fenomeno. La riflessione sul turismo sportivo non porta risultati soddisfacenti se esso viene concepito unicamente come sviluppo dello sport all’interno di un turismo più dinamico. Il turismo sportivo costituisce, infatti, un prodotto originale che non solo tiene conto dei rapporti che ci sono tra turismo e sport ma anche di una vera e propria osmosi delle attività sportive con quelle turistiche.
L’originalità del turismo sportivo risiede nell’integrazione di elementi propri ai settori dello sport e del turismo che conduce ad un prodotto autonomo. In prima approssimazione, si può dire che il turismo sportivo porta in se l’esperienza motoria dello sport e i fattori culturali ad essa collegati e li combina al concetto di viaggio e soggiorno.
Turismo attivo e turismo sportivo.
Gli sport del turismo attivo costituiscono un largo ventaglio in cui ogni persona o gruppo di persone può trovare un’attività di riferimento in base alle proprie capacità tecniche ed al proprio livello fisico-energetico. La grande differenza con lo sport tradizionalmente inteso sta nel fatto che nel turismo sportivo d’azione il soggetto si confronta con delle tecniche e delle attrezzature più che con degli altri sportivi. Questo vale in generale, come eccezione c’è il caso di molti soggiorni brevi, dettati da obiettivi competitivi.
Un elenco delle attività:
• Soggiorno sportivo monoattività soggiorno sportivo pluriattività (stage)
• Turismo sportivo nautico turismo sportivo neve
• Turismo sportivo di acque vive escursionismo pedestre, gite in montagna
• Escursionismo a cavallo cicloturismo-mountain bike
• Raid sportivi arrampicata, ferrate, torrentismo, speleologia
• Sport aerei caccia
• Pesca golf
• Soggiorno sportivo di incontro o di gara.
Tutte queste attività possono essere classificate anche in base al carattere itinerante o sedentario del soggiorno. Da questo punto di vista, il turismo sportivo può essere di “trapianto” (sedentarietà nel luogo di destinazione) o di “circolazione” (attività sportiva come mezzo di trasporto nomade).
Per quanto riguarda le modalità organizzative del turismo sportivo possiamo ricordare le seguenti:
• Turismo individuale o collettivo (gruppo, famiglia)
• Turismo a pagamento o gratuito
• Turismo autogestito o prodotto preconfezionato.
Il Turismo culturale.
Il turismo culturale non va confuso con la “visita ai beni culturali”, è qualcosa in più. È sì fonte di conoscenza, ma è anche svago, divertimento e relax, un mix di grande effetto che negli ultimi anni sta segnando una crescente diffusione: la nostra epoca, contraddistinta dalla crescente globalizzazione dei mercati e dall’intensificarsi dell’innovazione tecnologica porta giocoforza all’emergere dell’esigenza di differenziazione dell’individuo, esigenza che si manifesta nella scelta delle destinazioni turistiche il cui elemento di distinguo è dato proprio dalla cultura.
La modificazione intervenuta porta alla “personalizzazione dell’offerta turistica” davanti ad una domanda sofisticata, mobile e tecnologica. Si passa dunque ad un turismo indistinto (Turismo dell’indifferenza ai luoghi e alle popolazioni) in cui la popolazione locale subisce la cultura del visitatore (cioè si adatta) ai vari turismi della distinzione e delle “libertà di scelta”, in cui è il visitatore ad adattarsi alla cultura locale.
Il turismo culturale, allora, esprime un bisogno di conoscenza di altro e dell’altro, che chiede di essere appagato in aree e territori appositamente allestiti. La cultura va in questo caso interpretata come espressione e manifestazione di identità locali, da trasmettere altrove attraverso i canali del movimento turistico, in linea con le radici storiche del turismo primordiale (il nomade, l’errante, il pellegrino, il mercante ed il viandante)..
La cultura si evolve (non si riduce solo al passato) ed il turismo si progetta (diventa economia ed impresa): a domande sofisticate corrispondono offerte complesse ed organizzate nelle quali il turista si muove liberamente. Il turismo dal suo canto si fa cultura quando organizza la conservazione dei beni e le conoscenze sul campo fino alla formazione degli operatori stessi.
Due sono le componenti inscindibili della cultura intesa come prodotto turistico:
• il territorio con le sue attrattive che rappresenta la scacchiera fondamentale sulla quale si determinano le scelte di destinazione di turisti
• i servizi, che rendono fruibili gli elementi di attrazione.
Su questi ultimi si gioca il delicato equilibrio tra esigenza di tutela e volontà di valorizzazione dei beni culturali. Spesso tra turismo e patrimonio culturale intercorrono logiche conflittuali, in taluni casi divergenti e nel contempo i confini tra risorsa turistica culturale ed industria turistica si sovrappongono e divengono sempre più sfumati. Le logiche conflittuali tra beni culturali ed industria turistica collimano se si passa ad una integrazione concettuale e programmatica. Va sviluppato un denominatore culturale comune che consente alle due realtà di dialogare in modo costruttivo accorciando le distanze concettuali mediante interventi di sensibilizzazione. L’obiettivo è una maggiore produttività e fruibilità dei beni culturali.
Il target di riferimento è cambiato: non solo lo studioso è fruitore del patrimonio culturale, ma anche il turista.
L’industria turistica deve dunque qualificarsi e differenziarsi nel valorizzare promuovere il consumo dei prodotti culturali attraverso l’uso di strumenti di gestione manageriale e servizi aggiuntivi.
Secondo TCI vi sono ampi spazi (geografici o motivazionali) con opportunità di valorizzazione in Italia, riconducibili in via sintetica ad alcuni filoni di offerta:
• Legati alla valorizzazione del patrimonio culturale, con elementi di tipicità e autenticità e orientati anche ai centri minori e all’entroterra;
• Rivolti al turismo “verde” a tutto tondo, basati sulla valorizzazione del paesaggio e del territorio, magari anche attraverso esperienze e percorsi innovativi.
In particolare si conferma come sia il turismo culturale a risultare fra le occasioni più significative di rilancio del territorio, per via del patrimonio presente e per la possibilità di un’offerta composita in modo distintivo rispetto ad alcune destinazioni internazionali.
Situazione ambientale: sistema delle aree protette, fattori di pressione e fattori di rischio ambientale.
(omissis)
Fabbisogni territoriali e di sistema: dal turismo agli altri fabbisogni.
Sono fabbisogni che possono contribuire a risolvere criticità condivise in più territori dell’area del GAL, intervenendo a riequilibrare attraverso pari opportunità per tutti alcune situazioni di diseguaglianza competitiva e di libera concorrenza nell’accesso alle informazioni, ai mercati, alle reti, al lavoro.
Uno dei principali fabbisogni di infrastrutturazione leggera è senza dubbio la estensione della Banda Larga per tutti a completamento di quanto già previsto in altri strumenti operativi: è proprio la complementarità che indica di completare ciò che sarà realizzato per alcuni territori del GAL.
In alcuni casi infatti rimarrebbero escluse alcune frazioni, alcune periferie, alcune zone altamente interessate dal turismo, tutte aree situate in quota e che assorbono milioni di turisti, visitatori, escursionisti, sportivi, sciatori, bike-man ecc., tutti senza “rete”, senza possibilità di comunicazione urgente, senza accedere a informazioni anche di massima urgenza.
Attivata la Banda, possono agevolmente essere sviluppati un sistema informativo territoriale e innovazione tecnologica per la competitività, per l’ambiente, per la qualità della vita e nuove forme di economia, ovvero un circuito di TV digitale in streaming per diffondere informazioni e proposte ai residenti, ai turisti presenti, a quelli potenziali, ai non turisti che vivono altrove sul pianeta: un fabbisogno del turismo che trainerà anche gli altri settori, riguarda i territori e la loro pari opportunità di competere con pari strumenti.
Partendo dai turisti e possibile soddisfare numerosi altri fabbisogni:
• quello dei turisti e quindi quello di competitività dell’offerta turistica
• quello di competitività di altre offerte di altri settori,
• quello di competitività di altri prodotti di altri settori abbinati ed integrati nella offerta turistica
• quello di evitare che rimangano fuori rete solo alcuni territori per il disinteresse dei gestori di linee ADSL e a banda larga non interessati commercialmente
• quello di sfruttare l’occasione per creare connessioni tali che permettano di capitalizzare gli investimenti e renderli duraturi dal punto di vista dell’autofinanziamento a fini di manutenzione, gestione e certezza del servizio di rete.
• quello di risolvere anche un fabbisogno rispetto alla qualità della vita dei residenti
• quello di risolvere anche un fabbisogno di accessibilità alle informazioni e alle telecomunicazioni globali per reti GLOCALI finalizzate anche all’abbattimento di barriere per i diversamente abili e fornire importante supporto alle pari opportunità occupazionali basate sempre più su tecnologie innovative – telelavoro, e mail certificate, etc.
• quello di mandare in onda nel mondo e nei moderni network l’offerta del territorio, dei settori, degli operatori
• quello di utilizzare il servizio per una migliore tutela e gestione delle risorse ambientali e dei residenti, turisti e non – rete di ced cam per sicurezza antincendio, sicurezza contro atti vandalici e contro il patrimonio – nonché per trasmettere in diretta su web quanto accade sul territorio al territorio e al mondo.
Nella parte della definizione delle azioni saranno specificate le modalità e gli interventi per la soddisfazione dei suddetti fabbisogni.
Fabbisogni per lo sviluppo di sinergie fra turismo e altri settori.
Sono fabbisogni di doppia Filiera in quanto riconducibili in una ottica turistica di sistema che parte dagli spazi potenziali esistenti sul turismo enogastronomico ma in fin dei conti forniscono alla filiera dei prodotti tipici innovazioni di processo e di prodotto intervenendo nei sotto settori funzionali della distribuzione e della ristorazione:
• creare una rete di punti di degustazione e ristorazione di qualità che possano proporre i prodotti tipici locali anche ai turisti che affluiscono nelle aree del GAL;
• creare una rete di laboratori fruibili che possano far vedere dal vivo i processi di lavorazione e creazione dei prodotti dell’artigianato locale di tradizione.
• connettere la rete dei punti di degustazione e ristorazione con l’offerta di turismo enogastronomico del sistema turistico locale;
• connettere in rete le botteghe ed i laboratori artigiani di tradizione con l’offerta turistica e quella di altri settori del sistema turistico locale
• gestire in forma coordinata di più interventi paralleli
• attuare interventi di utilità diffusa
• favorire interventi singoli e personalizzati realizzati dai singoli operatori in un contesto di connessione ed integrazione nel sistema, di settore, di territorio, d’area.
• favorire la fruibilità delle risorse naturalistiche, favorire l’accessibilità a boschi e foreste, aree montane e zone di interesse turistico
• favorire la realizzazione di percorsi, sentieri, itinerari, servizi di sosta, segnaletica, piccola assistenza e sicurezza su reti di percorsi d’area evitando gli spezzoni fini a se stessi
• favorire la pratica di sport out door, di attività didattiche in natura ed in fattoria in continuità con quanto avviato nel precedente periodo di programmazione
• favorire la fruizione e la creazione di itinerari culturali di vario genere, legati alla cultura locale, alle tradizioni, anche ai beni culturali minori e museali.
• favorire i marketing turistico territoriale e quello dei settori in una strategia comunicazionale integrata
Fabbisogni nel settore agricolo e agroalimentare del Gal Abruzzo italico Alto Sangro.
Tali orientamenti sono emersi dalla consultazione in fase di concertazione di tutti gli attori del territorio: Organizzazioni professionali (Coldiretti, C.I.A., Confagricoltura, Copagri), Consorzi ed Associazioni di Prodotto (ANSAPE, Associazione Regionale Produttori ovicaprini, Consorzio aglio rosso, olio delle varietà Rustica e Gentile, della solina, Associazione Tartufai, Associazione donne in Campo); cooperative ed aziende di produzione, produzione e trasformazione, ARSSA, associazioni ambientaliste e Consorzio di gestione delle aree protette Gizio, Aterno e Sagittario, che prevedono nei pani di assetto delle riserve numerose iniziative atte a valorizzare l’agricoltura biologica, la salvaguardia della biodiversità, la tutela di patrimoni genetici animali e vegetali in via di estinzione, la tutela di colture in atto dai danni da selvatici, ecc.
Tuttavia, le difficoltà derivanti dall’esercizio di impresa in territori quali quello del GAL Abruzzo Italico Alto Sangro, con particolare riferimento all’area montana, determinano una situazione economico commerciale che rende dette imprese spesso non competitive sul mercato agricolo globale. Pertanto spirito delle azioni del piano è quello di:
• connotare fortemente la tipicità di dette produzioni;
• aumentarne la competitività favorendo l’ammodernamento aziendale;
• agevolare ad ogni livello attività di tipo associazionistico e/o consortile, anche promuovendo progetti strategici ad alta valenza dimostrativa;
• mettere in atto azioni territoriali che creino grande sinergia attraverso progetti di cooperazione intersettoriale
In particolare le azioni che richiedono maggiore attenzione riguardano:
• Ammodernamento e competitività soprattutto sulle ultime fasi della filiera: minilaboratori anche mobili per trasformazione prodotti, macellazione, mezzi di distribuzione, raccolta e commercializzazione (punti vendita aziendali e/o di territorio).
• miglioramento delle colture in atto (tartufaie esistenti e valorizzazione delle produzioni tipiche) anche in riferimento alla certificazione biologica, dal punto di vista produttivo
• rafforzamento del sistema consortile e reti territoriali per la creazione e l’implementazione servizi collettivi – mercati contadini, ecc.
• investimenti, complementari e sinergici al PSR, materiali e/o immateriali, che risultano finalizzati a valorizzare le risorse endogene del territorio migliorando il rendimento globale dell’azienda agricola, mediante l’innovazione connessa all’arresto del declino occupazionale e della biodiversità.
• particolare attenzione sarà riservata alla logistica commerciale (marchio, conferimento, confezionamento, etichettatura e distribuzione) prioritariamente a livello consortile finalizzati sia a ottimizzare sistemi di filiera ma per rappresentare anche una forte, caratterizzata ed organizzata offerta intersettoriale.
In sintesi, obiettivo prioritario e il rafforzamento di sistemi di integrazione lungo le filiere per migliorare la sostenibilità ambientale ed occupazionale, investimenti destinati ad introdurre innovazioni tecniche ed organizzative, a riqualificare le risorse professionali, a rafforzare il capitale fisico e sociale e le reti relazionali tra gli operatori delle filiere produttive agricole, in una logica ispirata alla integrazione tra le diverse componenti.
(omissis)
Misura 4.1.3
Assi 1, 2 e 3 – Attivazione 313, 321 per la diversificazione delle attività agricole e l’attivazione di servizi per il miglioramento della qualità della vita e l’attivazione di servizi essenziali nelle aree rurali, complementari e sinergici rispetto al PSR.
Asse 4 – Azione 7 – Leader – Interventi di sistema con approccio territoriale
Rete web Cam con sale controllo – TV digitale in streaming per valorizzazione risorse, produzioni, proposte turistiche d’area – Centro servizi CARD elettroniche d’area
Interventi e progetti per la fruizione integrata delle risorse
Altri interventi minori per la promozione e la comunicazione, oltre alla diversificazione e la multifunzionalità nell’azienda agricola.
L’azione, vista la sua tipologia di interventi orizzontali, fornirà supporto a tutte le altre azioni del PSL ed anche a tutte quelle di PSR non attivate e realizzate con il PSL.
Attivazione progetti di cooperazione
Supporto da parte di quanto realizzato su Azione 7 e Azioni 313 e 321.
Asse 4 – Azioni per la Attivazione di Progetti di Cooperazione che fondano la loro operatività su attività comuni e condivise cui sono abbinate in via complementare interventi su Azioni Leader e su Azioni attivate su assi 1, 2 e 3.
I PUNTI FONDANTI DELLA NUOVA STRATEGIA DI PSL
Il Sistema Turistico Locale per la valorizzazione delle filiere.
Nell’ottica di crescita suddetta, tanti e concreti sono i vantaggi competitivi per quanti decidano di concentrarsi sulla produzione di servizi legati all’incoming sul territorio, ancor di più oggi in riferimento alla grande diffusione della filosofia del fare sistema per valorizzare le risorse, arricchire i contenuti della offerta, offrire qualità ma contestualmente specializzazione, proporre costantemente novità ed appeal sui diversi temi in grado di intercettare passioni ed aspettative di comunità più o meno ampie ed importanti, più o meno riconducibili ad opinion leader, trascinatori ed “animatori” di vario genere.
L’attrazione verso nuovi segmenti di domanda, infatti, consente ad una destinazione di arricchire e diversificare il proprio portafoglio clienti, con la possibilità di interagire in modo propositivo anche con gli operatori esteri.
Principi generali per un Turismo Sostenibile.
Rispetto all’ambiente naturale le attività turistiche:
• Devono essere sostenibili dal punto di vista ambientale, economico, sociale e culturale. Ciò significa che deve essere ecologicamente sostenibile nel lungo periodo, economicamente fattibile e accettabile dal punto di vista sia etico che sociale;
• La conservazione della natura e della diversità biologica costituisce un prerequisito per un turismo ecologico;
• Debbono assicurare che sia sempre rispettata l’integrità degli ecosistemi e degli habitat dove esse si svolgono;
• Nelle aree protette dovrebbe essere gestito in accordo con gli obiettivi previsti definiti nell’istituzione delle aree protette stesse;
• Nelle aree costiere, dovrebbe essere prestata particolare attenzione alla conservazione delle zone vulnerabili, come piccole isole, le aree umide costiere, spiagge e dune;
• Nelle aree montane il turismo deve essere gestito in modo da preservare la diversità biologica;
• Mezzi e modalità di trasporto siano rispettosi dell’ambiente riducendone gli impatti negativi sull’ambiente;
• Debbono essere gestite nel rispetto dell’ambiente e della conservazione della diversità biologica e in conformità alla legislazione esistente in materia di conservazione e uso sostenibile delle specie.
• Rispetto all’ambiente sociale:
• Si debbono considerare gli effetti sull’eredità culturale e le attività tradizionali. Il riconoscimento delle tradizioni della comunità locale e il sostegno alla sua identità, cultura e interessi hanno un ruolo centrale;
• Le comunità locali debbono trarre beneficio dalla presenza turistica rafforzando l’economia locale, impiegando personale locale e, ovunque sia ecologicamente sostenibile, impiegando materiali locali prodotti agricoli locali e processi di produzione tradizionali;
• Un turismo sostenibile deve migliorare la qualità della vita delle popolazioni ospiti.
Quanto alle attività produttive, rispetto ad un turismo sostenibile:
• Le aziende agricole devono adottare i criteri dell’agricoltura Biologica nella gestione delle coltivazioni, degli allevamenti e nella preparazione dei prodotti alimentari;
• Il livello di naturalità delle aree agricole deve essere elevato intervenendo, a seconda dei casi, attraverso la protezione degli ambiti naturali interni alle aree agricole, proteggendo gli elementi morfologici che rappresentano particolarità ecologiche, riqualificando gli ambiti degradati, ricostruendo gli elementi naturali;
• Particolare attenzione va posta ai sistemi agricoli estensivi a elevato valore naturalistico (alpeggi, prati umidi, uliveti vetusti ecc.) Per i quali devono essere perseguiti obiettivi di conservazione;
Gli itinerari tematici – (anche in riferimento a quanto previsto dalla misura 4.1.3)
Al fine di creare un massimo comune denominatore sul quale far convergere gli interventi e le azioni che saranno attivate, presentando i vari ingredienti in maniera unitaria, con una confezione diversa a seconda del target mirato, nel PSL saranno presi a riferimento itinerari turistici riconosciuti quali quelli che coinvolgeranno in un discorso di insieme uno o più degli 8 Borghi più Belli d’Italia sull’area del GAL (50 su intera regione) e/o 2 Borghi Autentici d’Italia, oltre ad altri itinerari relativi ad altri marchi collettivi riconducibili ad ANCI e RES TIPICA.
Si propongono inoltre altri itinerari che avranno la loro accettazione e riconoscimento con la approvazione del presente PSL, itinerari tematici da confezionare alla carte rispetto a specifiche esigenze, alcuni dei quali già inseriti nella programmazione di alcuni tour operator o in ambito di manifestazioni di rilevanza nazionale:
• Le vie della transumanza
• Percorsi fra gli eremi celestiniani
• Le terre di Escher
• Granfondo degli Stazzi
• Turisti apprendisti
• Sport Outdoor
• Le terre di Croce
• Terre di Ovidio
• Terre Italiche
• Itinerari del Gusto
• Fattorie Didattiche
• Didattica nel Bosco
• Scoprendo Patini
• Snow magics
• Greenways
• Sulle tracce del Lupo
• Sulle tracce dell’Orso
IMPLICAZIONI STRATEGICHE PER L’ATTIVAZIONE DI AZIONI
(omissis)
B) APPROCCIO SETTORIALE
Per il settore Forestale:
Giustificazione logica alla base dell’intervento:
In un ottica di sistema, si vuole realizzare un progetto per la commercializzazione della legna da ardere attraverso un marchio di area e un disciplinare per la tracciabilità, per valorizzare il prodotto in modo di allargare il numero di consumatori verso una clientela non abituale ma occasionale. Si vuole agire sul confezionamento del prodotto, di piccola taglia con indicazioni sulla provenienza e sulle specificità del prodotto, ad esempio per scaldarsi e per uso domestico, per una grigliata all’aria aperta e con le indicazioni sull’aree pic-nic attrezzate dove sarà possibile utilizzarlo ecc. con l’obbiettivo di proporre il prodotto come azione positiva per il territorio.
Obiettivi e collegamento con la strategia
La misura intende attivare un progetto pilota, azioni dimostrative ed interventi di sostegno in merito all’adozione di innovazione di prodotto, di processo, di organizzazione e di marketing.
Obbiettivi operativi Sostenere la crescita delle imprese forestali dell’area GAL, favorendo tutti i processi possibili di innovazione di processo e di prodotto.
Descrizione della misura e delle azioni:
Legna a Km Zero
Sub Azione: 4.1.1.2.7 – G Intervento – Progetto pilota per la commercializzazione, studio di packaging e soluzioni innovative per la vendita di legna a consumatori non abituali, progettazione di un logo, realizzazione di un disciplinare sulla tracciabilità, materiale divulgativo, azioni di promozione (pacchetti pronti all’uso per finalità alimentari).
Studio sul mercato attuale e potenziale della legna da ardere.
Promozione di un consorzio di produttori di legna da ardere, per la commercializzazione della “Legna Km Zero” e stima delle quantità disponibili per la commercializzazione con una programmazione per 5 anni.
Studio e realizzazione di un logo, una mission, una campagna pubblicitaria, una piccola rete commerciale locale, studio di packaging e soluzioni innovative per la vendita della legna.
Realizzazione del disciplinare per la tracciabilità della legna da ardere e per uso alimentare.
Sub Azione: 4.1.1.2.8 – H Intervento – Sensibilizzazione rispetto alle problematiche di settore e di zona e in merito ad innovazioni disponibili per conseguire la competitività sostenibile.
L’area Leader del Gal Abruzzo Italico Alto Sangro, grazie al lavoro svolto nelle precedenti annualità è un territorio molto reattivo e con molte iniziative imprenditoriali del mondo forestale. Cooperative, Consorzi forestali, ditte, associazioni si sono costituite e operano nell’area del GAL.
Tuttavia permangono nell’area di riferimento molti problemi di sviluppo legati a fattori concreti ma anche a fattori culturali, che possono e devono essere rimossi anche nell’ottica di una maggiore consapevolezza che rende più forti nell’affrontare la nuova programmazione.
Voci del territorio: laboratori territoriali per l’organizzazione delle risorse rare (acqua, biomasse) e la riduzione dei gas serra; la produzione di energia da fonti rinnovabili locali (biomasse, idroelettrico, solare, ecc.).
Tavoli settoriali e trasversali: coinvolgimento delle associazioni di categoria in convegni, seminari sui temi della sussidiarietà e la green economy.
Potenziamento della comunicazione elettronica per il superamento del digital divide;
Sub Azione: 4.1.1.2.9 – I Intervento – Informazione sulle opportunità di gestione associata e opportunità di sviluppo delle aree montane ai proprietari gestori e lavoratori del settore forestale.
Il progetto rappresenta una risposta ai problemi di gestione e sostenibilità dei patrimoni forestali. Un modello facilmente adattabile alle esigenze di gestione e valorizzazione dei territori montani che può far fronte alla sfide della programmazione dell’Unione Europea. Il partenariato del progetto Gal Abruzzo Italico Alto Sangro si presta a dare risposte a vari livelli di competenze in materia forestale ed ambientale al proprietario/gestore, alle imprese che lavorano e vivono dell’attività forestale fino alle popolazioni che vivono in territori montani o rurali. La gestione associata condivide risorse e cultura per una sinergia volta alla valorizzazione del territorio con attenzione alla sussidiarietà e multifunzionalità. I territori montani per essere preservati devono essere gestiti e non possono essere gestiti se non si attua un “modello” sostenibile dal punto di vista economico, sociale e ambientale. La gestione associata può rappresentare una valida risposta attraverso un processo di cooperazione per la soluzione di problemi comuni.
La sfida più importante è contrastare la tendenza all’abbandono dei territori montani, oltre il 50% delle foreste non sono gestite. Le foreste gestire in modo sostenibile hanno un ruolo decisivo ai fini dello sviluppo sostenibile anche in termini di cambiamenti climatici e di biodiversità. Un’altra sfida importante è la competitività della silvicoltura: il consumatore dovrebbe essere meglio informato sui vantaggi dell’utilizzo del legno proveniente da foreste gestite in maniera sostenibile. Occorre conciliare un tipo di gestione socialmente ed ecologicamente benefico delle foreste con il fatto che i redditi dei proprietari dipendono in ampia misura dalla vendita di legname. Il simultaneo conseguimento di obiettivi di ordine economico, sociale e ambientale diventa sempre più difficile nel contesto di un mercato aperto e globalizzato. Occorre rivedere e consolidare i meccanismi di consultazione in materia forestale onde garantire la trasparenza nel processo decisionale e un dialogo strutturato con tutti i portatori di interesse.
Quindi favorire la cooperazione tra proprietari di boschi/foreste sostenere la costituzione e lo sviluppo di associazioni di proprietari di boschi/foreste e fare opera di educazione e formazione nel settore forestale: promuovere la cooperazione tra proprietari privati, industria e altri soggetti per sviluppare nuovi prodotti, processi, tecnologie e mercati; incentivare gli investimenti per aumentare il valore economico delle foreste.
▪ Raccolta delle adesioni degli attori delle gestione forestale (operatori, tecnici, imprese, consorzi, organi di controllo, organi amministrativi, organi di aree protette) per attuare una politica di dialogo comune.
▪ Attivazione di una rete per il dialogo tra i diversi attori attraverso incontri di lavoro condiviso, una piattaforma web per dialogare e scambiare conoscenze sulla gestione associata.
▪ Definizione del modello attraverso la condivisione dei risultati SWOT e dell’esperienza dei detentori della proprietà forestale nell’area Gal Abruzzo Italico Alto Sangro;
▪ Attività di informazione dei dirigenti delle strutture di gestione associata;
▪ Attività di informazione dei tecnici della gestione associata.
- (omissis)