Regole italiane e sciatori stranieri: il problema della “sicurezza totale”
Balza agli onori delle cronache (e trova ampio seguito nel partecipato dibattito che accompagna la pubblicazione di una lettera inviata ad un quotidiano locale), un problema che mette a nudo il confronto fra il diritto italiano delle aree sciabili, il suo effettivo enforcement in chiave preventiva e sanzionatoria e la dimensione economica sottesa al fatto che lo sci è il volano dell’economia delle località turistiche invernali, vale a dire l’idea che, ad un livello ancor più generale, giustifica e accompagna l’ideazione e la realizzazione del Trattato sulla Responsabilità civile e penale degli Sport del Turismo.
A seguito di eclatanti e luttuosi fatti di cronaca, ferve altresì il dibattito sull’idea della “sicurezza totale” in montagna.
E non mancano cultori della montagna che giustamente si interrogano sull’opportunità di far sì che – come si scriveva nel Trattato, osservando criticamente l’evoluzione normativa e giurisprudenziale in atto – il diritto della montagna scenda a valle, ovvero sia considerato con gli stessi criteri e la medesima sensibilità giuridica che presiedono all’accertamento della responsabilità civile e penale nelle attività di ogni giorno che appunto si svolgono “a valle” delle chine montane.